È in te la sorgente della vita,
nella tua luce vediamo la luce
(Sal 35,10)
Ora ci vedo!
Nella
parabola dei talenti (cf. Mt 25,14-30) si dice che, dopo la consegna dei beni, il padrone parte.
In realtà il cristiano davanti al mondo e davanti alla vita si trova così: è
come se Dio gli avesse consegnato delle cose e poi fosse uscito di scena.
L’impressione che abbiamo, guardando la vita senza il filtro della fede, è che
Dio sia partito per un viaggio e che non sia qui con noi, oppure che sia uno
spettatore distaccato del dramma che si svolge nel mondo. Il v. 14 descrive
proprio questa impressione con un’immagine narrativa: “Un uomo che partendo per
un viaggio”. Al v. 15 si descrive la modalità della distribuzione dei beni: “A
uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la
sua capacità, e partì”. Questo versetto suscita nel lettore alcune perplessità:
perché Dio non dà a tutti gli stessi doni? Alcuni sono arricchiti di più e
altri meno? Bisogna parteggiare allora per il servo che ha ricevuto un solo
talento, visto che rispetto agli altri è stato penalizzato? Chi si sentirà di
biasimarlo per avere sotterrato un dono così poco generoso? Si tratta però di
perplessità legittime soltanto da una lettura superficiale del racconto.
IMPEGNO:
Metto un freno ai lamenti che semino nelle giornate spesso frutto di pura invidia.
© Testi a cura dell'Ufficio della Pastorale Universitaria di Roma
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