10 giugno 2015

Ciak!


La trama, i personaggi, la sceneggiatura, ma anche la fotografia, la musica, le parole di un FILM contribuiscono ad aprire delle finestre nella nostra interiorità.

Guardare un film attiva non di rado una serie di domande, introspezioni, revisioni interiori...

Per la nostra rubrica : Ciak! ci lasciamo guidare dalla lettura di un nuovo film... buona visione!!!





Ogni cosa è illuminata 
 
Regia di Liev Schreiber - USA 2005
 
Il giovane Jonathan è un ebreo nato e vissuto negli Stati Uniti, di origine ucraina. Egli fa della memoria, del desiderio di ricordare uno stile di vita. Di fronte agli eventi, tristi o meno tristi della sua esistenza, cerca e raccoglie elementi significativi della storia e li ripone in una busta trasparente. Questo gesto, apparentemente sterile, simile a quella dei poliziotti o agli scienziati, diventa denso di valore quando Jonathan fa “parlare” questi oggetti e li lega tra loro, ricreando legami nella sua famiglia e col suo passato. Inizia così un viaggio, una “rigida ricerca”, in Ucraina per trovare il piccolo e sperduto villaggio, Trachimbrod, in cui visse suo nonno. Nel suo cammino lo affiancheranno una guida locale e suo nipote Alex, che funge da interprete. Alla fine del viaggio Jonathan scopre, grazie ad un'anziana signora che conosceva suo nonno, che il villaggio che sta cercando non esiste più. Tutto ciò che rimane del luogo è custodito rispettosamente da questa donna in scatole di cartone.

 
“Ogni cosa è illuminata dalla luce del passato; tanto più buio rimane il passato, tanto più siamo privi di un riflesso di luce nell'incognito del presente”: questo il messaggio del film. L’invito a vivere la memoria non come attività “nostalgica” e fine a se stessa, ma come quel processo che aiuta ad intrecciare emozioni e pensieri e a dare risposta alle domande che ci portiamo dentro, ma che ci apre anche continuamente nuovi interrogativi. Ti perdi spesso nei ricordi? Come intende Jonathan la memoria? E tu come la vivi?

Il gesto di collezionare è importante, ma poi bisogna cercare dei fili, dei collegamenti che tengono insieme oggetti, persone e situazioni: questo significa recuperare la propria storia, in un continuo sforzo di guardarsi dentro e incontrare le altre persone che arricchiscono il proprio percorso. La storia personale non è mai definita una volta per tutte, ma va sempre riscritta nella ricerca interiore. Quali sono i momenti che ti danno modo di ripensare alla tua storia? Con quali “pezzi da collezione” faresti il collage della tua storia?

 

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