23 marzo 2014

La segnaletica della settimana

II DOMENICA DI QUARESIMA (Anno A)

Dal Vangelo secondo Matteo (17,1-9)

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

Per riflettere…
Gesù portò i suoi tre discepoli più intimi in un luogo particolare. Dove? In disparte, su un monte alto.

La montagna: il punto più vicino al cielo, indica le altezze che fanno bene al cuore, le cime da sognare e cercare… Lassù il volto di Gesù brilla come il sole, le sue vesti come la luce. Quel volto di sole è anche il nostro volto: ognuno ha dentro di sé un tesoro di luce, un sole interiore...

Ci sorprende la Quaresima, un tempo che consideriamo triste, penitenziale, violaceo, con un Vangelo di luce, a ricordarci che la nostra vita consiste nella gioiosa fatica di liberare la luce e la bellezza sepolte in noi, e nell'aiutare gli altri a fare lo stesso. La cosa più bella che un amico può dirmi è: sto bene con te perché tu fai uscire, fai venire alla luce la mia par­te più bella, spesso addormentata in noi, come in letargo.
Il Vangelo viene per questo, viene come una primavera: porta il disgelo nei cuori, risveglia quella parte luminosa, sorridente, generosa e gioiosa che abbiamo dentro, il cuore, la nostra vera identità.

Lo stupore di Pietro: «Signore, è bello per noi essere qui!» ci fa capire la nostra vocazione. Siamo chiamati tutti a trasfigurazione, a ricevere un cuore di luce. Contemplando il Signore, veniamo trasformati in quella stessa immagine (2 Cor 3,17-18). Contemplare, trasforma; tu diventi ciò che guardi con gli occhi del cuore.

La più grande trasformazione è la preghiera: pregare ci trasfigura in immagine del Signore. Accogliamo allora l'invito del Maestro a vivere questo tempo d'intimità forte con Lui attraverso il dono della Sua Parola che mette Luce e trasfigura la nostra vita!

 

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