XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno C)
Dal Vangelo secondo Luca (18,1-9)
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Per riflettere…
«Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
La domanda di Gesù è amara e ci spinge a un serio esame di coscienza. Tanto più che questa Parola risuona proprio ora che ci avviamo alla conclusione dell’Anno della Fede, ed è allora il momento giusto per “tirare le somme”.
Ma qual è la fede che cerca Gesù, e che si aspetta di trovare nei suoi discepoli?
Lo dice Lui stesso con la “parabola della vedova insistente”. Dio cerca e desidera da noi una fede testarda, ostinata, fedele; una fede capace di resistere anche davanti ai ritardi (veri o apparenti?) alla Sua risposta alla nostra preghiera. Una fede che non si stanca di tornare alla carica, certa della fedeltà e della giustizia del Signore. E questa fede è fragile, sempre pronta a cedere e a incrinarsi, perché noi siamo fragili, deboli e incostanti!
Fede e pazienza hanno la stessa radice, vengono su assieme. Ma nel tempo della fretta, del “tutto e subito”, siamo capaci di ascoltare, pregare, credere che «Dio … farà loro giustizia prontamente».
Se ci guardiamo intorno, vediamo tanti segnali poco confortanti. La luce della fede si sta forse irrimediabilmente spegnendo?
Ma poi alzi lo sguardo e vedi la fioritura di tanti santi – con o senza aureola – e tante persone semplici che, nonostante tutto, continuano a crederci, e ci credono davvero!?!?!
Allora… qualche bagliore di speranza c’è ancora!
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