150 GIORNI
AFRICANI…
…i volti scuri di
questa Terra sono come l’inchiostro del calamaio
che scrive le
pagine bianche della mia vita!
“Signore, quando ti
vedemmo affamato e ti demmo da mangiare,
assetato e ti demmo da bere?
Quando ti
vedemmo pellegrino e ti ospitammo,
nudo e ti coprimmo? Quando…?”
(Mt
25,37ss)
“Signore, quando…?”. Forse, oggi, davanti a questa
domanda la risposta è semplicemente un ORA… QUI! Sì, questa Parola oggi mi
emoziona perché mi dà la possibilità di toccare con mano che tutto è reale:
ora... qui io posso vederti, Signore, in chi ha fame, in chi ha sete, in chi è
nudo, tutto questo esiste e non è lontano da me!
150 giorni in Terra Africana, una Terra che non mi è
estranea, una Terra che mi provoca, mi coinvolge e stravolge la vita.
Ciao a tutti, sono sr. Cristina, Pia Discepola del Divin
Maestro, originaria della terra pugliese ma che da 150 giorni muove i suoi
passi in Terra d’Africa. Il 17 novembre 2011 ho avuto il grande dono di vedere
un “Sogno” diventare realtà: lasciare tutto e partire per il BURKINA
FASO, una terra così povera ma che arricchendo da più parti la mia vita.
Quello che qui vivo non lo chiamo semplicemente “esperienza” perché è molto più di
un’esperienza: condivido questa vita, nelle sue speranze e nei suoi dolori, nei
suoi valori e nelle sue contraddizioni. E’ soprattutto una nuova “manifestazione” di Dio alla mia vita, una
Rivelazione viva che assume il volto e le parole di chi quotidianamente tocca
la mia esistenza… e ci sono incontri che mi graffiano il cuore, mettono dentro
me una sana irrequietudine, mi aprono gli occhi su ciò che è davvero importante
e mi fanno gustare tutto il buon sapore dell’Essenzialità. Vivere accanto a chi
è povero, sperimentare sulla propria pelle l’esperienza autentica della
povertà, ti apre il cuore e ti fa riscoprire la dignità di ogni uomo e la sua
bellezza; ti mette nello stesso tempo con le spalle al muro e, come davanti ad
uno specchio, ti fa vedere chiaramente la tua vita e quello che sei.
Simpaticamente qui in Burkina Faso io sono “NAZARA”: è
l’appellativo che i bambini danno a noi bianchi… Nazara, una parola che da
subito ho sentito familiare: Nazara come “NAZARENO”. Da qualche parte una volta
ho letto che il termine “Nazareno” deriva da “NEZER” che significa “germoglio”.
Un germoglio indica sempre una nuova vita che nasce, la possibilità di un nuovo
inizio, l’inizio di una nuova pagina della mia vita… e i volti scuri di questa
Terra sono come l’inchiostro del calamaio che scrive queste pagine bianche.
Qui sto imparando a vivere l’ADESSO, cioè l’essere
presente al mio presente – per quanto misterioso esso possa essere – scorgendo
in ogni situazione e soprattutto in ogni persona che l’attraversa una Parola di
Dio detta alla mia vita… ed io davanti a tutto ciò posso solo dire: GRAZIE!
sr. M. Cristina Catapano pddm
Grazie a sr. Cristina per la condivisione!
RispondiEliminaCi arrichisce anche a noi con la gioia che trasmette dalle sue parole!!!
non si fa così suor cri, mi hai fatto commovere. leggere la tua testimonianza è stato troppo bello. sei semplicemente favolosa. deve essere bello poter vivere come stai vivendo, assaporare certe emozioni, che come hai detto tu, ti graffiano il cuore. un esperienza, che non è una esperienza, che tutti dovremo fare per riuscirci a vedere allo specchio e capire chi siamo, capire cosa fare. un grazie particolare lo voglio fare al Signore che ti ha permesso di fare tutto quello che stai facendo e che con una semplicità unica lo strasmetti a coloro con cui comunichi. col ricordarti che stai sempre nei nostri pensieri e cuori, ti aspettiamo per guardare i tuoi occhi e capire ancora meglio quello che hai visto. un abbraccio forte...
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