L’uomo è una creatura
assetata, in perenne ricerca di senso e di ciò che lo appaga!
In chi sto cercando la
mia sicurezza? Cosa mi appaga veramente?
“Chi cerca la gioia fuori di sé facilmente svanisce e si disperde nelle
cose visibili e temporali, lambendone appena le immagini con pensieri famelici.
Oh se sfiniti da tanta fame dicessero: chi ci farà vedere il bene?” (Sant’Agostino,
Conf. IX, 10)
Facciamo attenzione ai
falsi maestri, a chi ragiona esclusivamente in termini di profitto, dominio e
potere. Costoro in realtà ci confondono. Essi sacrificano e distruggono e ci
lasciano ancora profondamente soli “le
folle erano stanche e sfinite come pecore senza pastore".
Una canzone dei Pink
Floyd “Wish you were here” esprime la
solitudine dell’uomo che ormai, disperato e confuso si chiede se riesce a
distinguere un eroe da un fastasma, il cielo azzurro dal dolore, il paradiso
dall’inferno! Aggiunge: “vorrei che fossi
qui, siamo solo due anime sperdute… e cosa abbiamo trovato? Le solite nostre
vecchie paure… vorrei che fossi qui”.
È proprio partendo da
questa condizione che Gesù ci raccoglie e ci dice che è venuto a prendersi cura
del suo gregge, che non ha né recinti né confini! Siamo noi le persone con cui
Gesù cerca una relazione personale, intima, fatta di amore e comprensione. Da
cosa lo riconosciamo? Conosciamo la sua voce perché è verità, che è presente
nel nostro cuore, nel nostro centro nascosto.
La preghiera è
l’incontro della sete di Dio con la nostra sete. Dio ha sete che noi abbiamo
sete di lui. Continua infatti sant’Agostino: “è impressa in noi Signore la luce del tuo volto. Perché non siamo noi
la luce che illumina ogni uomo, ma sei tu che illumini noi, per far si che
dalle tenebre che eravamo, diventiamo luce in te”.
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