Questa nuova rubrica raccoglie tutte quelle testimonianze
che sono come "briciole di vita" che rendono bella la vita
e che non puoi fare a meno di condividere...
Attendiamo anche la tua!
Qualche "briciola" dal Congresso Eucaristico Nazionale - Ancona settembre 2011:
"La novità grande del cristianesimo: non più un Dio che domanda agli uomini offerte, doni, sacrifici, come in tutte le religioni, ma un Dio che si dona lui, che si perde dentro le sue creature, come lievito dentro il pane, come pane dentro il corpo, accrescimento d’umano, incremento di vita" (E. Ronchi).
Queste parole della prima lectio tenutasi al Congresso Eucaristico di Ancona hanno risvegliato in me molti sentimenti... stupore, meraviglia, affezione, gioia, voglia di imitare... Per me poter vivere il Congresso Eucaristico è stato un rivedermi, nella Chiesa, nel mistero stesso di Dio: l'Amore. Più che un accrescere delle conoscenze esso è stato lo stimolo per innescare un'operazione fondamentale, far diventare "mio sentire" ciò che tante volte ho ascoltato con le orecchie. Durante i giorni di questo importante evento ho avuto la possibilità di vivere insieme ai giovani provenienti dalle diocesi italiane e insieme alle carissime Pie Discepole l'animazione dello Spazio Giovani. E' stato un percorso finalizzato ai ragazzi strutturato sul brano dei discepoli di Emmaus... erano in coppia e conversavano... Gesù si affiancò ed evangelizzò il loro vivere, le loro delusioni... ma poi... volle perdersi in loro... come il lievito dentro il pane, come il pane dentro il corpo: l'Eucaristia, incontro trasformante con il Risorto. Come giovane diacono son ripartito verso la mia "Gerusalemme" arricchito e sorpreso dall'incontro sempre nuovo con Gesù (perchè l'Amore sorprende sempre), carico di voglia di servire sempre più con slancio e docilità di cuore il Cristo nei fratelli. Vi chiedo una preghiera per me!
Matteo
Sono stata molto felice di aver partecipato al congresso eucaristico,sia come volontaria che come congressista,soprattutto perchè prima di prenderne parte non sapevo cosa mi avrebbe lasciato o che addirittura mi avrebbe ricaricato cosi tanto da dispiacermi quando poi sarebbe terminato!

Giulia
Ho avuto la possibilità di vivere le celebrazioni del XXIV Congresso Eucaristico Nazionale di Bari (22-29 Maggio 2005) che si collocava nel cuore dell’Anno dell’Eucaristia indetto dal Beato Giovanni Paolo II con la lettera apostolica “Mane nobiscum Domine”. Un congresso eucaristico posto al centro di due grandi eventi ecclesiali: il 48° Congresso Eucaristico Internazionale (Messico, 10-17 ottobre 2004) e il Sinodo dei Vescovi sull’Eucaristia (Roma 3-23 ottobre 2005).
“Senza la Domenica non possiamo vivere” era il tema di Bari; parole che costituirono il capo di accusa dei 49 cristiani di Abitène. L’importanza della Domenica, come giorno primo ed ultimo in cui si vive la centralità del mistero pasquale nell’Eucaristia è stata la meta verso cui si è mosso il Congresso Eucaristico di Bari. A distanza di sei anni e giungendo al Congresso Eucaristico di Ancona ho notato e fatto esperienza - anche e soprattutto nei giorni del Congresso - di come la Domenica, giorno del Signore ed eucaristico per eccellenza, può realmente risuonare nel corso della settimana, toccando e riempiendo di senso il vissuto feriale delle persone nei diversi ambiti e luoghi in cui urge dare testimonianza e ragione della propria fede, spesso provata dai collassi sociali e dalle umane fragilità. Quindi un’Eucaristia non solo per la Domenica, ma appunto - come ci è stato ricordato spesse volte - per la vita quotidiana. Anche per questo, e penso non a caso, preghiamo ogni giorno: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano!” Non solo il pane che nutre oggi il nostro corpo, bensì il Corpo di Cristo stesso che nutre sempre la nostra vita e alimenta la nostra fede... Questo passaggio mi ha portato a capire come sia necessario impegnarsi - se pur nel cammino personale di fede - a concepire il senso della festa e della presenza del Signore nell’Eucaristia lungo i giorni della settimana, di modo che, la Domenica non resti solo un giorno di attesa, una meta sulla linea dell’orizzonte, bensì una condizione di vita e di fede per tutti coloro che cercano di vivere nei vari ambiti della vita quotidiana la gioia pasquale, la festa attesa ma già presente, l’incontro sperato ma già vissuto.
Giuseppe
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