Si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca
(Is 53,7a)
Gli amici della croce
Dio coglie nell’uomo, anche quando mostra il suo aspetto peggiore, la sua
potenzialità. Dio guarda l’uomo in quanto capacità di costruzione; in ogni uomo
c’è una potenzialità che Dio guarda con occhio di padre. Addirittura sulla
croce, Dio, con la sua benevolenza, ha colto la potenzialità di salvezza. Dio
si rallegra per il bene che possiamo compiere e inizia una storia di salvezza
di fronte al nostro male. Il nostro male può diventare, per la sua benevolenza,
un luogo di incontro con la sua misericordia. Cristo non è venuto nel mondo per
condannare il mondo ma per salvarlo.
La benevolenza, allora, è un’attitudine che cerca
l’occasione nei fatti, per poter sviluppare la gratitudine verso Dio. Amare non
vuol dire capire. La croce non si capisce, la si vive. La benevolenza è
un’attitudine per cui io colgo sempre l’aspetto positivo, perché credo
nell’amore di Dio.
IMPEGNO:
Come amico della Croce vivrò la benevolenza verso chi non riesco a capire.
© Testi a cura dell'Ufficio della Pastorale Universitaria di Roma
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