Alla tua luce vediamo la luce
(Sal 35,10)
Le paure che paralizzano
Infatti
avere ricevuto da Dio dei doni, significa essere chiamati a servire gli altri
in proporzione a quello che abbiamo ricevuto. Qui, come è accaduto al servo
della parabola, possono subentrare una serie di paralisi che hanno come unica
radice la paura: la paura di essere giudicati, di essere fraintesi, la paura di
quello che si dirà intorno a noi, la paura che il nostro servizio non sia
accettato, o sia inteso come una imposizione di noi stessi, come una ricerca di
gloria personale. Queste paure paralizzano e portano la persona a sotterrare i
doni di Dio, che invece ci sono stati dati per l’utilità comune, e che devono
essere messi a servizio della Chiesa con grande serenità, con grande distacco
interiore, e con quella povertà di spirito che apre la porta delle beatitudini:
“Beati i poveri in spirito” (Mt 5,3). Soltanto chi è povero di spirito riesce a
mettere a servizio della Chiesa i suoi carismi senza turbarsi e senza turbare.
IMPEGNO:
La ricerca di “gloria personale” mi chiude a Dio e ai suoi doni. Sarò umile.
© Testi a cura dell'Ufficio della Pastorale Universitaria di Roma
Nessun commento:
Posta un commento