Guardate a lui e sarete raggianti,
non saranno confusi i vostri volti.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta
(Sal 33,6s)
Dio il mio "TU"
Un giorno hanno trovato Teresa di Lisieux in cella con le lacrime agli
occhi e le hanno chiesto: “Perché piangi?”. Ha risposto: “Sto pensando che Dio
è nostro Padre; è così bello!”.
È il momento dell’esperienza in cui una nozione astratta diventa
consapevolezza di una realtà: siamo veramente figli, di stirpe divina,
partecipi della natura di Dio (cf. 2Pt 1,4). Questa idea madre del
cristianesimo spiega, sul versante divino, l’economia della salvezza e su
quello umano delinea la morale cristiana. Il filosofo ebreo, M. Buber, dice che
il rapporto religioso comincia nel preciso istante in cui Dio cessa di essere
un “Lui” e diventa un “Tu”.
IMPEGNO:
Troverò
maggiori momenti di preghiera spontanea per esercitare il “Tu” di Dio.
© Testi a cura dell'Ufficio della Pastorale Universitaria di Roma
Nessun commento:
Posta un commento