26 giugno 2015

La segnaletica della settimana

XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Anno B)

Dal Vangelo secondo Marco (5,21-43)


In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.


Per riflettere...
Questa settimana, Vangelo al femminile.
Da un lato, Gesù. Dall'altro due donne: una ragazzina di 12 anni, che muore; una donna che da 12 anni sta morendo goccia a goccia, perdendo continuamente sangue.

E' un Vangelo che ci parla, così, di Gesù come Signore della vita, Colui che diffonde la vita attorno a sé. La morte al rallentatore di questa donna senza nome viene allontanata dalla presenza del Maestro, e anche la fanciulla, già morta, torna in vita.
Gesù dà la vita perché è la Vita, perché è il Signore della vita. Attenzione, però: non vi è nulla di automatico in tutto ciò. Per poter comunicare la vita, che Egli sempre è disposto a dare, Cristo ha bisogno che ci fidiamo di Lui, vuole aver bisogno della nostra fede. Lo ha voluto Lui, ed è l'unica cosa che chiede al padre della bambina: «Non temere, soltanto abbi fede!».

Questa fede, che apre il cuore a ricevere i miracoli di Dio e ci permette di accogliere senza intoppi la vita che ci viene donata dal Signore, questa stessa fede è chiesta anche a noi, nelle tante, tantissime situazioni di morte quotidiana, vicine e lontane. Quando tutto sembra perduto, Gesù ripete anche a me: «Non temere, soltanto abbi fede!». Nel cuore, ho questa fiducia nel Maestro?

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