31 ottobre 2014

La segnaletica della settimana

COMMEMORAZIONE DEI FEDELI DEFUNTI

Dal Vangelo secondo Matteo (5,1-12)


In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». 


Per riflettere...
Per la commemorazione di tutti i fedeli defunti, la Chiesa propone tre possibilità di letture. Sembra strano, ma uno dei Vangeli è quello delle Beatitudini, letto anche nella solennità di Tutti i Santi. E qui la cosa si fa interessante... perché la liturgia ci suggersce un "filo rosso" tra questi due giorni.

C'è un ritornello, una parola-chiave che torna: beati! Beati, cioé felici, o benedetti, come traducono alcuni. Perché, agli occhi di Dio, non si è felici se non si è benedetti da Lui, e viceversa.
Beati! Beati proprio quelli che, agli occhi della gente, sono gli infelici, quelli che hanno perso tutto, quelli che sono indifesi davanti alla Storia. E' per loro, dice Gesù, la benedizione e la felicità vera, perché sono in sintonia con Dio stesso. 

Beati, cioé felici, fin d'ora. Per... una promessa, al futuro. Come dire: non c'è beatitudine, oggi, se non c'è speranza, e una speranza che poggia solidamente sulla roccia che è Dio stesso, che quello che dice mantiene. Sempre. Ed è quello che ci auguriamo per tutti i nostri cari ormai morti.

Queste beatitudini sono per i nostri fratelli e sorelle defunti, sono per i santi del cielo e sono anche per noi! Sono quella bussola di felicità che ciascuno di noi, lo sappia o no, cerca. La traccia per essere felici fin d'ora, condividendo la stessa vita, e la stessa felicità di Colui il quale è l'incarnazione stessa di ogni beatitudine: Gesù.

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