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Il tema della GMG era quello della missione. Confrontandomi con un amico, che con me ha vissuto questa esperienza, condivido con voi le nostre riflessioni...
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Quale Parola ascoltata
alla GMG ti ha accompagnato in questo mese?
La parola che mi ha colpito e che mi ha accompagnato
in questo mese è “Andate”. Così come Gesù mandò i suoi discepoli, così oggi a
noi giovani ci dice la stessa cosa, ci manda ad annunciare il Vangelo, a fare
discepoli tutti i popoli, non da soli, ma tutti insieme con lui. La sua è un
affermazione forte, che esige una risposta da parte nostra, e che non ci può
far rimanere muti e insensibili. Papa Francesco ci ha invitato a uscire dalle
nostre parrocchie, dalle nostre piccole comunità per rivolgerci a tutti, in
qualsiasi ambiente, fino alle “periferie esistenziali”, è un invito che non
possiamo rifiutare, che io non voglio rifiutare.
Si, credo che si può essere oggi giovani e
missionari, senza andare troppo lontano ma essendolo nella quotidianità di
tutti giorni, portando la Parola di Dio a tutte le persone che nella nostra
giornata incontriamo, in ogni ambito, lavorativo, parrocchiale, scolastico,
universitario, portare Gesù agli altri, che siano credenti oppure no,
attraverso anche gesti semplici come per esempio una parola di conforto, un
incoraggiamento, un sostegno morale o anche il semplice ascolto, gesti semplici
ma carichi di quell’amore di cui Cristo si è fatto testimone, che ci portano ad
aprirci all’altro rifiutando la cultura dell’io egoistico e superbo.
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Cosa hai imparato
dalla GMG?
La GMG mi ha insegnato a guardare dentro di me a cercare di capire quali sono i miei difetti e a correggerli, mi ha insegnato a essere più disponibile verso gli altri, soprattutto verso le persone che hanno più bisogno, durante la GMG tutti ci aiutavamo a vicenda, ci si aiutava nel portare le valigie, ci scambiavamo alimenti, ci facevamo forza l’un l’altro nelle lunghe camminate, ogni sforzo, ogni attività era un momento di condivisione. Mi ha insegnato anche ad essere più paziente e soprattutto ad adattarmi a qualsiasi situazione ringraziando sempre per quello che il Signore ci dà, senza lamentarsi mai.
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Papa Francesco ha
definito le nostre vite, il nostro stare insieme il vero Campus Fidei. Quale
pensi sia il contributo che tu puoi dare per rendere sempre più bello e
accogliente questo campo?
Per rendere bello e accogliente un campo occorre seminarlo, innaffiarlo, curarlo, proteggerlo dalle tempeste, io cerco nella mia vita di fare lo stesso in modo che il campo possa crescere bello e forte, in modo da resistere a tutte le intemperie, ascoltando la Parola di Dio, parlando agli altri di Dio, coinvolgendoli in attività ed esperienze di condivisione e di spiritualità e cercando di mettere in pratica tutti i consigli che Gesù ci dà. Più persone parteciperanno alla cura di questo Campus Fidei, tanto più bello e accogliente sarà per il nostro Signore.
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Ultima domanda
rispondendo incisivamente: "Tu Gesù sei....?"
Tu, Gesù, sei la Vita!
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