30 ottobre 2011

La segnaletica della settimana

SOLENNITA' DI N.S. GESU' CRISTO DIVINO MAESTRO  (Anno A)

Festa titolare delle Suore Pie Discepole del Divin Maestro

Dal Vangelo secondo Giovanni (13,1-17)

Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi. In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato».


PER RIFLETTERE...
Dopo aver tanto camminato sulle strade della Palestina, ora Gesù sente il bisogno di sostare perchè sa che lo attende un altro cammino, quello verso Gerusalemme.
Ci sono tutti attorno alla tavola per questa cena. Per Gesù è il momento del commiato, dell'addio... «ADDIO, una parola scomposta dal dolore, ricomposta dalla speranza: a-Dio» (F. Lambiasi); ora vorrebbe dire parole particolari, semplici e toccanti ai discepoli che sta per lasciare, ma le sue ultime confidenze, più che parole, le affida a gesti di grande forza espressiva e significativa.

Eccolo, Gesù: noi lo vediamo alzarsi, lasciare la sua tunica, cingersi con un asciugatoio, versare l'acqua nel catino e lavare i piedi dei discepolie e infine asciugarli. Non sono più i discepoli che si inginocchiano davanti al Maestro, ma è Lui che umilmente, al di là di ogni gerarchia, si abbassa a servirli. Dio - sembra voler suggerire Gesù - non è quello delle speculazioni filosofiche o dell'immaginario tradizionale che lo confina nell'alto dei cieli, lontano dagli uomini, ma è un Dio che ha la passione di servire, in ginocchio davanti alle sue creature.

«Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi»: non sono le parole con cui oggi si conclude il Vangelo, ma è la Parola che apre la nostra vita!
Buona Festa!

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