23 ottobre 2011

La segnaletica della settimana

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO  (Anno A)

Dal Vangelo secondo Matteo (22,15-21)

In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi.
Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».
Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

PER RIFLETTERE...
Alla domanda cattiva e astuta di chi vuole metterlo o contro Roma o contro la sua gente, Gesù risponde giocando al rialzo: con un cambio di prospettiva, muta il verbo pagare (è lecito pagare le tasse?) in restituire.

Da Dio hai ricevuto, a Dio restituisci. Da Lui viene il respiro, il volere e l'operare, il gioire e l'amare, i talenti, il seme di eternità deposto in te, suo è il giardino del mondo. Davanti a Lui, come davanti all'uomo, non siamo dei pretendenti, ma dei debitori grati.

Siamo in debito verso genitori, amici, insegnanti, medici, verso la storia di questo paese, verso chi ci ha insegnato ad amare e a credere, ci ha trasmesso affetto e valori, verso i poeti e gli scienziati, i cercatori di Dio, verso milioni di lavoratori sconosciuti, verso l'intera mia società.

Un tessuto di debiti è la mia vita... io ho avuto infinitamente di più di ciò che ho dato e "tutto mi porta al Magnificat" (don Alberione).

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